Scegliamo la “virtù” della Carità per sostenere i missionari Rogazionisti

La presenza dei missionari rogazionisti a KITIWUM, Camerun risale al 2014… Ovviamente le difficoltà sono ancora enormi e i sacerdoti presenti sul luogo, memori del Rogate del fondatore Padre Annibale Maria Di Francia, si affidano al cuore dei benefattori, pieno della virtù della carità…


L’inno dell’Apostolo Paolo

Sosteniamo a piene mani i sacerdoti che hanno appena avviato la loro opera di apostolato in questa parte del mondo, ispirandoci anche all’inno d’amore dell’Apostolo Paolo (1Corinzi 13)

“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.

Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.

La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.

Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l`ho abbandonato.

Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch`io sono conosciuto.

Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!”

Aiutare, donando, chi vive nella più assoluta indigenza, è una capacità alimentata dalla virtù della carità che appartiene a pochi e che, invece, dovrebbe appartenere a tutti, in quanto tutti fratelli dello stesso Padre.

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