Si può maltrattare un animale in onore del santo patrono?
No, questo è il colmo. Molti si rendono colpevoli di maltrattare un animale, ci mancavano pure i santi a coprire un esercizio di crudeltà così barbaro.
Come si può pensare di onorare così i santi? I santi, come San Francesco d’Assisi, con gli animali parlavano, lodavano Dio per il canto degli uccelli, per la mitezza degli agnelli, che hanno avuto l’onore di essere i simboli più alti della divina persona di Gesù, che accetta la morte senza un grido di protesta.
Oggi esistono addirittura feste popolari nelle quali la “festa” la fanno a una incolpevole capra, a un paziente asino, a un innocente agnello. Farlo addirittura per onorare un santo è un’aberrazione.
La nostra coscienza si ribella. La legge interviene con multe severe, ma senza venire a capo di niente. Vergogna!
I maltrattamenti perpetrati in Italia
A Manganeses (Zamora) per carnevale lanciano una capretta dall’alto del campanile, in onore di San Vincenzo.
Le “vaccarelle” di Sollier (Maiorca) tremano all’avvicinarsi della festa di San Bartolomeo. Riporto la notizia senza commenti. Le vaccarelle, come le chiamano, vengono inseguite da una folla di gente e bastonate fino alla morte. Ai bambini, anche di due anni, si danno dei piccoli bastoni per imparare dai grandi come si fa a picchiare. Sempre a Maiorca, le giovenche vengono trafitte e uccise a coltellate o con oggetti acuminati.
Il rapporto di rispetto con gli animali
Si parla di medioevo quando si vuole condannare l’arretratezza e la barbarie. Ma il medioevo fu più civile di quanto si pensi o si finge di pensare. C’è un atteggiamento mentale che induce a trattare i nostri “fratelli più piccoli”, gli animali, come giocattoli consumistici dei quali sbarazzarsi, una volta che questi siano diventati troppo grandi, troppo vecchi, troppo impegnativi da mantenere.
Sulla carta, sono fin troppe le norme vigenti per l’acquisto, la cura, il trattamento degli animali.
I santi, giova ripeterlo, sono testimoni di un rapporto di lealtà e di rispetto con gli animali domestici, da compagna, da fatica o allo stato brado che s’inserisce in un più ampio rapporto armonico con la Natura, dono di Dio.
Non basta renderci noi sensibili, dobbiamo intervenire nelle sedi competenti.